Gay & Bisex
Un insolito compagno di viaggio
di maxxx13
27.10.2015 |
3.549 |
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"“Ma come !!” pensai “un bel bocconcino come te non ha trovato un modo per inzuppare il tuo biscotto!!” questa era la frase che mi risuonava in testa..."
Un’importante convegno mi fece lasciare brevemente la città ligure preferita per dirigermi a Roma, uno di quei noiosi appuntamenti a cui per motivi ufficiali è necessario esserci. Le stazioni mi rendono sempre allegro anche perché è il luogo dove si incontra tanta gente interessante e non solo nei bagni per gli uomini!!!Prenotai un noto treno in una carrozza con scompartimento in prima classe giusto per potermi concentrare meglio su dei documenti che volevo preparare, anche se al dire il vero la voglia di scopare non mi aveva completamente abbandonato e sentivo la mancanza dei miei compagni di giochi.
Antonio e Bruno erano partiti per un week end “per conoscersi meglio” e giustamente dovevano chiarire la loro nuova situazione e la mancanza di sesso cominciava a farsi sentire e la piega dei miei pantaloni gessati la rendeva visibile tanto da rendermi difficile camminare.
Non avrei mai pensato che il mio viaggio avrebbe avuto un risvolto inaspettato e così carico di erotismo. Vedevo in stazione molti uomini in uniforme sia forze dell’ordine che personale delle ferrovie di diversa età e corporatura ed erano entrati a far parte delle miei fantasie sessuali nei momenti di solitudine. Di fatto il caldo e le divise estive lasciavano intravedere i doni che madre natura aveva distribuito ai maschi delle suddette categorie.
Quando salii nella carrozza, lo scompartimento era ancora vuoto, l’idea di una sega veloce nascosto dalla tendina si era palesata sempre di più nella mia testa. Per “concentrarmi” meglio, decisi di aiutarmi con un filmino porno confinato nei file segreti del mio portatile e, con degli auricolari cercai di nascondere suoni eloquenti e che avrebbero creato imbarazzo. Feci partire il filmato e cominciai a toccarmi il pacco il quale era già barzotto.
Il video non era niente di particolare: mostrava due persone che limonavano e si strusciavano le zone intime dove i segni dell’erezione erano già visibili ad occhio nudo. Lo scorrere del video faceva avanzare le scene verso tinte più eccitanti, ed io avevo preso a massaggiare con più impeto la mia zona genitale tanto che la mia mano destra aveva già slacciato la zip dei pantaloni e le dita iniziavano a trastullare il mio amico sulla punta del glande.
Improvvisamente il rumore di una porta che si apre fece capolino nello scompartimento, feci un salto e richiusi bruscamente la zip dei pantaloni, ricomponendomi nella posizione seduta e non svaccata in cui ero precipitato e riportandomi alla realtà. Una realtà composta da persone che, se fossero entrate qualche minuto dopo avrebbero avuto la visione di un uomo con in mano il suo uccello: un maniaco!!!
Ebbene un controllore delle ferrovie era appena entrato nello scompartimento ed io avevo appena fatto in tempo a chiudere il portatile e ricompormi di soprassalto soffocando tutta l’eccitazione. Rimasi interdetto credendo che avesse notato cosa stessi facendo e fortunatamente non disse nulla: la mia valigetta aveva coperto la scena e io avevo un’erezione compressa tra il mio intimo e il tessuto del mio gessato!!!
La prima cosa che mi colpì fu l’intenso odore di dopobarba e di profumo di uomo appena lavato che invase lo scompartimento e poi guardai quell’affascinante giovane che mi si era parato davanti. Doveva essere almeno 1.80 moro occhi castani non più basso di me, sui trenta anni, culto per la barba e la divisa gli donava un aspetto virile e autorevole. Entrò salutando scusandosi per il disturbo e rimasi colpito dal nome sul cartellino Giuseppe. Contraccambiai quel saluto rimanendo di stucco davanti al sorriso genuino di chi ha appena incominciato una nuova carriera.
Lo osservavo posizionare i suoi bagagli nei ripiani alti e non potei non rimanere estasiato dalla visione di quel corpo: mentre si piegava per raccogliere una valigia il mio occhio indugiò sul fondoschiena perfettamente disegnato sostenuto da gambe robuste e forgiate da anni di sport. Non potevo dare una sbirciatina al bicipite tonico il quale gonfiava le maniche della divisa da cui si poteva intravedere un tatuaggio tribale. Ultimo ma non per questo meno importante si poteva notare un petto perfettamente muscoloso e ben proporzionato con il resto del corpo mentre le punte dei capezzoli turgidi spuntavano dalla divisa resa aderente dalla massa muscolare.
Nel frattempo il treno aveva lasciato Genova, ed era bastato poco per poter entrare in sintonia con quel giovane già verso La Spezia conoscevo metà della sua vita e viceversa. Era come se ci conoscessimo da tempo. Appena assunto nelle ferrovie stava andando verso Roma a trovare la fidanzata. Tifoso romanista
Il treno continuava il suo viaggio in direzione sud ed il sonno prese il mio giovane amico il quale mi aveva confidato che nessun’altra persona sarebbe salita nello scompartimento visto che aveva chiesto di non essere disturbato. Cosa che si sarebbe presto resa utile!!
La stanchezza per il viaggio e il rumore del treno lo avevano fatto addormentare ed aveva alzato le gambe appoggiandole sul sedile davanti a lui. Era proprio un bel ragazzo!! Aveva il fascino e la bellezza dei 30.
Mentre era fra le braccia di Morfeo non potevo non notare la protuberanza che si levava in mezzo ai suoi pantaloni neri; dalle pieghe si poteva dedurre la consistenza che, complice un probabile sogno erotico, stava prendendo forma. Fu in quel momento che provai un’acuta invidia per quella sua fidanzata di cui mi aveva mostrato la foto alla stazione di La Spezia Centrale.
Alla stazione di Pisa si risvegliò e io fui costretto a riporre il mio arnese dentro la fodera dei pantaloni. Per tutto il tempo avevo massaggiato il mio amico incurante del pericolo a cui andavo incontro, fantasticando su come giocare con quel pezzo di manzo.
Il treno ripartì senza caricare persone visto l’orario serale, ci guardammo e riprendemmo a chiacchierare delle nostre vite. Fu allora che le barriere incominciarono a cedere raccontandomi particolari interessanti della sua vita. Mi disse che da un po’ non aveva rapporti intimi con la sua ragazza ed erano in rottura.
“Ma come !!” pensai “un bel bocconcino come te non ha trovato un modo per inzuppare il tuo biscotto!!” questa era la frase che mi risuonava in testa. In tutto ciò, mi ero spostato dal mio posto e lo guardavo di fronte, se ci avessero visto parlare potevamo essere scambiati per amici di vecchia data. Si era creata una sintonia tra di noi, però il mio corpo aveva delle esigenze che chiedevano urgentemente di essere soddisfatte.
Dal mio punto di osservazione potevo ammirare ancora di più la bellezza del mio interlocutore il quale trasudava di mascolinità ben visibile dal sorriso, dal viso inquadrato e, complice la luce del tramonto, dalla evidente muscolatura segno che era una persona che ci teneva apparire curato. Questo fece sicuramente effetto nelle mie mutande dove il mio amico era scattato sull’attenti ed era diventato difficile se non imbarazzante nascondere la evidente erezione.
Dovevo segarmi!!! Oramai dai miei pantaloni gessati si vedeva ed cominciavo a sentirmi imbarazzato; con una scusa dissi che dovevo andare in bagno, ma il treno sussultò e accennò a uno sbandamento e io in quel momento gli andai addosso.
I nostri corpi erano entrati in contatto ed era come se due muri di cemento armato si fossero scontrati. Lui ebbe la possibilità di sentire la mia situazione ed io urtai contro quello che potremo definire un colosso di Rodi da quanto era massiccio. Chiesi scusa ma non riuscì a proferire parola, perché ci guardammo e mi schioccò un bacio in bocca con la lingua.
Rimanemmo interdetti per pochi secondi che a me sembrarono un’eternità e poi abbassai la tenda del finestrino, mentre lui chiudeva lo scompartimento e abbassava i sedili. Quello che venne dopo fu la realizzazione di un sogno lasciato sopito per troppo tempo.
Gli strappai la camicia facendolo restare a torso nudo, lasciandogli solo la cravatta, lui fu sopra di me infilandomi la lingua nella bocca e baciandomi il collo, liberandomi dalla giacca e infilando le mani dentro il mio pacco alla ricerca della mia asta.
Eravamo entrambi arrapati, mentre mi spogliava come una mantide sentivo il suo sesso premere contro il mio; lo raggiunsi attraverso la stoffa, mentre con l’altra mano tastavo gli addominali tonici in tensione, passando per il petto stimolando piano e profondamente il capezzolo ora mai turgido. Succhiavo avidamente il suo collo, la rosellina del petto e il tatuaggio tribale, mentre vedevo che il piacere lentamente prendeva possesso di quel corpo giovane e in calore. Infilai la mia mano dentro la patta dei pantaloni volevo tastare la virilità e quello che sentii mi fece eccitare ancora di più
Ci levammo i pantaloni, rimanendo con solo l’intimo addosso, la mia cravatta rimase slacciata attorno il collo. Rimase sconcertato dalla bellezza del mio corpo e subito si tuffò sul mio intimo, leccando avidamente l’asta orami tesa.
Le mie aspettative erano state premiate, stavo scopando un capotreno ed era anche il più figo; continuammo a rotolarci lungo i sedili, prese in bocca il mio sesso ed iniziò a succhiarlo, aspirando e roteando con la lingua attorno al glande. Io non ero da meno, presi a stimolare il suo posteriore con la crema e il dito indice.
Il mio giovane amante non se la cavava male, la barba del suo viso mi solleticava la zona intima aumentando la mia eccitazione il tutto mentre le sue mani pizzicavano i miei oramai turgidi capezzoli. Dovetti togliere il mio uccello dalla sua bocca, perché stavo per venire con troppo anticipo ed il viaggio verso Roma era ancora molto lungo. Gli infilai due dita in bocca che prontamente succhiò come la migliore delle puttane di Genova e nel mentre la mia mano sporcacciona andò verso le parti basse tastando ogni centimetro di quel giovane Adone.
Indugiai sul suo sesso turgido e gonfio, e presi a massaggiarlo sempre con più forza, il mio era grondante di umori e saliva e ne percepivo il sapore all’interno di quella bocca. Ci strusciavamo e rotolavamo per i sedili, sudati e affamati l’uno dell’altro con le nostre mani che esploravano ogni centimetro dei nostri corpi; decisi di giocare sporco e tirai fuori il tubetto di crema e incominciando a giocherellare con il suo posteriore perfettamente tonico e con la lingua presi a inumidire la gloria del giovane.
Il ragazzo ebbe un sussulto, ed io approfittai di questo momento che inserire il mio dito indice, nel mentre continuava a masturbarsi, gli apri entrambe le gambe e, dopo aver indossato il preservativo, avvicinai lascivamente il mio arnese alla fessura girando in torno ed accennando una penetrazione che subito venne interrotta per aumentare l’attesa.
L’effetto sperato non tardò a manifestarsi, vedevo che il suo corpo si stava preparando a ciò che di li a poco sarebbe stato il trionfo del piacere. Giuseppe respirava profondamente conscio che da quello scompartimento sarebbe uscito diverso forse arricchito da una nuova esperienza. Lo stavo torturando dolcemente e la cosa mi eccitava tantissimo. Poi diedi l’affondo ed entrai nelle sue membra le quali desideravano il mio cazzo più di ogni altra cosa.
Il treno proseguiva senza fermate e correva lungo i binari dando qualche scossa sia destra che a sinistra e mi aiutavano nel penetrarlo profondamente e stimolare zone che neanche lui immaginava essere fonti di estremo piacere. I suoi occhi erano fuori dalle orbite dovuto alle contrazioni dei suoi muscoli: era in piena estasi. Con quella visione davanti a me non potevo che essere fiero di ciò che stavo facendo, il ragazzo non era male aveva imparato in fretta l’arte del piacere sfrenato.
Ad un certo punto mi resi conto che potevo guidarlo nei meandri più oscuri del piacere, ero riuscito a dominarlo, me ne resi conto quando prese a leccarmi le punte di piedi, in maniera sensuale e sublime come riuscisse a percepire i miei desideri.
Prese a segarsi velocemente, percepivo che l’orgasmo non avrebbe tardato a manifestarsi; e così avvenne, inarcò la schiena e caldi schizzi di seme zampillarono ricadendo su quel petto, sporcando anche la sua barba. Uscii il mio cazzo e ci prendemmo alcuni minuti di pausa.
Il citofono dello scompartimento annunciò che presto avremmo raggiunto Civitavecchia, il mio viaggio stava per terminare ed io e lui avevamo ancora tante cose di cui parlare!! La nostra pausa infatti durò assai poco notai subito che il suo uccello era di nuovo sull’attenti ma questa volta toccava a me.
Lo sdraiai con vigore lungo il sedile, mettendo di fronte a lui il mio posteriore dedicando di nuovo le mie attenzioni alla verga eretta. Giuseppe prese a passare la lingua sia attorno che dentro il mio buchetto, mentre assaporavo la sua asta pompato come ero dalle ondate di piacere che dal fondoschiena si sparpagliavano per tutto il corpo.
Rimanemmo in quella posizione per alcuni minuti, dopo di che lui ebbe un secondo orgasmo facendo uscire altro seme da quella verga. Non potevo resistere per molto e mi alzai e posizionando il mio uccello dentro la sua bocca, lui prese a succhiare con vigore facendomi sborrare nella gola profonda ingoiando tutto come fosse l’ultima goccia d’acqua rimasta.
Ci sdraiammo sudati e soddisfatti mentre continuava a torturarmi il capezzolo, ma la voce dell’altoparlante ci avvertì che eravamo in prossimità di Roma Termini e dovevamo ricomporci presto prima dell’arrivo in stazione. Ci guardammo con sguardo complice ed avevo la sensazione che lo avrei rivisto presto. Tirai fuori una confezione di salviette e ci ripulimmo per cancellare ogni traccia di quello che avevamo fatto. Riordinammo lo scompartimento, spruzzando deodorante e raccogliendo i preservativi usati, continuando a toccarci e a baciarci.
Il treno lentamente entrava nella banchina di Roma, mentre eravamo ancora intenti a rivestirci e sistemarci le nostre camicie e cravatte, prese il blocchetto delle multe e la compilò con velocità scrivendo sopra il suo numero di cellulare, barrando la voce “ multa pagata”. Ridendo gli diedi il mio biglietto da visita su cui dietro avevo scritto il nome del hotel dove avrei alloggiato.
Quando fu finalmente fermo, il nostro scompartimento appariva intonso e pulito come lo eravamo noi; solo io e Giuseppe potevamo sapere cosa era successo e quello rimanevo il nostro piccolo segreto. Ci salutammo come due vecchi e amici e, uno alla volta, scendemmo senza dare nell’occhio proseguendo nelle nostre vite.
In banchina raggiunsi il mio assistente e dopo i convenevoli mi chiese se il viaggio fosse stato terribile vista la mia espressione stanca ed esausta replicai che avevo preso la multa per non aver timbrato il biglietto e avevo bisogno tremendo di una doccia. Proseguimmo verso il nostro albergo.
Due giorni dopo rientrando in hotel ricevetti una chiamata dalla reception: “Avvocato, scusi se la disturbo, c’è il Signor Giuseppe Sxxxxxa delle xxxyyyjjjj dice che avevate un appuntamento….
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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